LE TRE ERRE: RIDURRE, RIUTILIZZARE, RICICLARE

Come architetto mi interrogo spesso su quale sia il modo giusto di lavorare in modo etico ed ecologico.
Questa volta non mi vorrei soffermare su temi come il consumo di suolo, il contenimento energetico degli edifici e l'utilizzo di fonti di energia rinnovabile, temi che mi stanno comunque particolarmente a cuore, bensì sulle tre erre di: RIDURRE, RIUTILIZZARE, RICICLARE. Semplici azioni che ognuno di noi può compiere quotidianamente.

L'architetto infatti a mio avviso oggi più che mai dovrebbe avere un occhio di riguardo a questi tre termini semplici e ormai indispensabili per riuscire a guardare al futuro in modo consapevole e critico.

Capita quindi che l'occhio di architetto mi porti a vedere una casa vecchia e diroccata già come potrà esser una volta ristrutturata.
E' una dote che mi accorgo di avere molto spiccata: la mente fa cose meravigliose ed è estremamente potente. 
Questo mi succede anche con gli arredi o gli oggetti...qualcosa che agli occhi dei più sono cose da buttare, che non hanno più un utilizzo.

Pensate a quante cose si buttano riempiendo le discariche e, quando va bene, le oasi ecologiche...da una di queste viene questa bellissima poltroncina anni '60 che ho recuperato in pessime condizioni: rivestimento e imbottitura parzialmente tagliati, gambe in ferro arrugginite e senza piedini finali di appoggio...in effetti è un peccato non aver fatto le foto allora.

La forma era assolutamente deliziosa e me ne sono subito innamorata, quindi l'ho portata da un tappezziere di fiducia che ha riparato la seduta irrobustendola e l'ha rivestita con una ecopelle color panna.
Personalmente ho riverniciato e sistemato le gambe in ferro...il risultato potete vederlo nella foto!

Questo per spiegare che alcuni pezzi d'arredo possono riprendere vita, soddisfacendo le tre erre, ottenendo pezzi originali, unici reinterpretati e personalizzati.
Perché un occhio in più al recupero è bello averlo, per la memoria, l'ambiente e il cuore.





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